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domenica 15 novembre 2009

RELAX = PARCO METROPOLITANO

Il parco si snoda su due montagnole ricche di vegetazione fitta e di umiditá che inzuppa i vestiti (per fortuna ho le mie magliette traspiranti)



la seconda salita é un poco piú ripida ed incima ci attendono (a me ed a Diana) un cartello con scritto : "lo lograste " significa "ce l'hai fatta" e questo vi da idea della salita quanto sia dura e scivolosa; ma il risultato é questo panorama

Scendendo incontriamo questa guardia forestale che pur avendo finito il suo turno ci accompagna per il nostro ultimo km di passeggiata mostrandoci questo curiso uccello notturno ben mimetizzato

ed il bradipo che per me sarebbe stato impossibile vedere, visto che anche con le sue indicazioni non lo trovavo


e per noi fa da una sfilata eccezzionale ... il ñeque (leggi gneche)/agouti (vedi wikipedia ), foto


e video qui sotto (la videocamera era al massimo dello zoom e senza cavalletto non ho potuto far di meglio)

2 commenti:

  1. Un pò di tranquillità.

    Domani si ricomincia :)

    Ciao
    Fabrizio, badog1

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  2. Meno male che lì c'è umidità, quì stiamo rimanendo
    a secco. Leggete la notizia

    Da Acea a Iride, da Veolia a Suez ecco chi ha sete di acqua privata LE INCHIESTE


    ETTORE LIVINI

    L'acqua che sgorga dai rubinetti delle case italiane sta per trasformarsi in oro. Oggi lunedì 16 novembre inizia alla Camera l'iter finale del decreto di legge che rivoluzionerà la gestione della rete idrica tricolore, spalancando ai privati la porta degli acquedotti del Belpaese. L'affare, cifre alla mano, è gigantesco. Bollette per 6 miliardi l'anno. Oltre 330mila chilometri di tubature che per stare in tema fanno acqua da tutte le parti, perdendo per strada il 37% del liquido che captano alla sorgente.Più, come ciliegina sulla torta, i 60 miliardi di investimenti previsti nel prossimo trentennio per i lavori necessari a tappare questi buchi strutturali.

    O M I S S I S


    «Proprio l'Europa ci dice che la strada della cessione ai privati di un bene essenziale in monopolio come l'acqua è un errore conclude Pagano Parigi e altre 30 città francesi hanno appena deciso di rinazionalizzare il servizio dopo i disastri fatti dai privati. L'Olanda ha una legge che impedisce la privatizzazione. La Svizzera lo stesso. Nessun privato alienerebbe a terzi la gestione del suo core business. L'Italia deve tenere il controllo dei suoi acquedotti in mano statale e investire per rimettere a posto la rete». Un progetto, almeno in apparenza, più urgente del ponte sullo Stretto. «Parigi? Una rondine non fa primavera chiude Bazzano In Francia il 70% della distribuzione dell'acqua è fatto dai privati con successo. Vogliamo anche noi che l'Italia mantenga la proprietà dell'acqua e il controllo sulla gestione». Ma con lo stato a corto di fondi, è il suo concetto, gli unici che potranno davvero tappare i buchi della rete idrica «saranno in futuro i privati».

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